Ti è mai capitato di vivere un’esperienza che ha cambiato totalmente la visione della tua vita?
Talmente tanto da convincerti a fare quel passo che, visto dall’esterno, potrebbe sembrare spregiudicato, ma che sapevi essere l’unico in grado di restituirti la luce che un tempo brillava nei tuoi occhi? Beh, a me è successo!
Il mio punto di svolta: Anafi
Giugno 2022, Anafi (Ανάφη). La mia ri(-e)voluzione parte da qui, da un’isola greca, situata nell’arcipelago delle Cicladi, sconosciuta ai più, nonostante sia vicinissima ad una delle isole più iconiche per antonomasia, cioè Santorini.
Avevo bisogno di staccare la spina, cercavo la pace, lunghe camminate, il mare, l’assenza di folla e quest’isola era perfetta; troppo impegnativa da raggiungere per la maggior parte dei turisti che amano la comodità. Io ci sono arrivata da Santorini, dove ho preso un traghetto a notte fonda per approdare sulle sue coste poco dopo l’alba. Ovviamente, “fortunella” quale sono, ho inconsapevolmente scelto di arrivare nell’isola nell’unico giorno in cui più di mille persone si erano riversate lì, in giornata, per la festa del KKE, il partito comunista greco (a partire dal 1920, l’isola fu usata come luogo di confino per criminali e dissidenti politici). Così, stanca, affamata senza sapere neppure dove cibarmi, reduce da una notte insonne, mi sono fatta strada nella folla che riempiva le stradine ed armata di qualche biscotto, racimolato negli scaffali vuoti dei supermercati, zaino in spalla ho raggiunto a piedi la spiaggia più vicina e lì mi sono arenata concedendomi di accoccolarmi fra le braccia di Morfeo.
Ora, apriamo una parentesi sui supermercati delle isole greche di piccole dimensioni; Anafi all’epoca aveva 3 supermarket, più mini che super, nel senso che solitamente si tratta si piccole botteghe, di 20 mq se è tanto, dove si riesce a passare a mala pena tra gli scaffali e la cassa. Ecco, immaginatevi questi negozietti, di cui uno al porto, e due sulla Chora o Hora (χώρα)( che è la “città”,il capoluogo dell’isola) invasi da una folla affamata in cerca di viveri ed io, spaesata che mi facevo spazio a gomitate per trovare qualcosa di commestibile per fare almeno colazione, praticamente mi mancava la fascia in testa per fare il remake di Rambo…l’intera trilogia! Eh niente, era rimasta una mini ciambella, di quelle che neppure Homer Simpson avrebbe mai ingurgitato, 😓 ed i famosi biscotti.
Fortunatamente il tutto è durato una giornata; la sera dopo balli tradizionali e bagordi, l’isola ha iniziato piano piano a svuotarsi, così come la mia mente ed i paesaggi magici, il rumore delle onde mi hanno finalmente accolta in questa isola del cambiamento.
L’isola del cambiamento
Ad Anafi mi sono persa fra i precorsi di trekking non segnalati, percorsi segnalati come fattibili, che esattamente non lo erano e fonti di innumerevoli e folcloristiche imprecazioni da parte mia. Mi sono ritrovata a rientrare dalla vetta del monte #Kalamos a notte fonda, da sola, con una luce in testa perché ero rimasta incantata a fotografare i colori del tramonto, o ancora con un ematoma sul sedere, sedere fortunatamente abbastanza soffice e sostanzioso da poter essere sfruttato come cuscinetto durante ardue discese! Della serie, “Quando ti lagni del tuo sedere poco sodo e non esattamente mignon, ricordati che ci sono stati dei momenti in cui, quello che tu vedi come un difetto, ti ha riportato a casa. In parole povere, a volte è meglio avere un gran culone che un bel culetto!” #selfempowerment

La consapevolezza di dover reinventarmi
Ogni sfida che si presentava, mi rendeva sempre più forte, più andavo avanti e più nella mia mente si faceva strada l’idea che nella mia vita c’era di più che stare seduta in un ufficio a lottare per avere dei numeri di Budget, inveire contro file excel da milioni di righe perché, per quanto sia grande un’azienda, chissà per quale recondito motivo i sistemi informatici hanno sempre una falla sulla quale, il controller, deve puntualmente mettere una toppa per far “tornare i numeri”. Questo genere di vita lavorativa mi stava stretto, ma soprattutto il mio benessere mentale non poteva dipendere da improponibili casi umani da gestire e dai quali dipendeva il destino di un piano aziendale perennemente in revisione ed in ritardo. Mi sentivo intrappolata in una routine che non lasciava spazio alla creatività o alla serenità, come se fossi in un tunnel di cui non vedevo mai la fine. Dovevo cambiare rotta ed Anafi è stato il mio primo faro acceso dopo molto tempo.
Se sei arrivato fino a qui…
Se stai leggendo queste righe, forse anche tu senti il bisogno di cambiare. Magari hai paura o forse non sai da dove iniziare. Ma lascia che te lo dica: non è mai troppo tardi per vivere la vita che desideri. Anafi è stato il mio punto di partenza, il luogo che mi ha permesso di ritrovare me stessa e di intraprendere un nuovo e lungo percorso. Forse il tuo luogo del cambiamento è dietro l’angolo, o magari è dall’altra parte del mondo, non farlo attendere ancora. Fai quel passo. E chissà, forse un giorno ci incontreremo lungo uno di quei sentieri che portano verso la libertà.
Il viaggio comincia con te.

“Ci sono solo due giorni all’anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.”
(Dalai Lama)