Benvenuti nella mia filosofia di vita
Un giorno, prima della solita “sfaticata” in vasca, chiacchieravo con una compagna di corso. Si parlava di progetti futuri e delle ansie legate al “da farsi”.
A un certo punto, lei mi guarda e dice:
“Ma sì, Elena, l’elefante si mangia a piccole fette!”
🎆 Ed ecco arrivare l’illuminazione. Proprio come nei film: musica celestiale, luce divina e click mentale.
Da quel momento, ogni volta che mi trovo davanti a un ostacolo (più o meno mastodontico), me lo immagino… a bistecche.
Tranquilli, metaforicamente parlando! 😅
Questa frase è diventata il mio mantra.
E spero lo diventi anche per voi.
Soprattutto se il vostro “elefante” è organizzare un viaggio. Magari in solitaria.
Lo so, sono fissata col solo travel.
Ma una volta che inizi ad abbracciare questa filosofia, ti accorgi che partire da soli non è follia.
È libertà.
E magari — chissà — questo articolo sarà proprio quel primo morso d’elefante che vi farà dire un timido, ma deciso: sì.
🐘 “Ok, ma da dove si comincia a mangiare?”
Prima di impugnare coltello e forchetta (sempre metaforicamente!), c’è un passo fondamentale: osservare bene com’è fatto l’elefante.
Spesso lo immaginiamo come un ostacolo unico, compatto, invincibile.
In realtà è composto da tante fette diverse, ognuna con un sapore (o un peso) tutto suo.
Nel caso di un viaggio in solitaria, l’elefante può essere fatto da fette come:
- paura del fallimento
- paura del giudizio altrui
- ansia da partenza
- panico da solitudine
- credenze limitanti sul fatto che una donna possa viaggiare da sola in sicurezza
- difficoltà economiche, mancanza di budget
- mancanza di tempo
- doveri familiari
- lavoro
- barriera linguistica
- varie ed eventuali fisime mentali
Insomma, non si tratta di una mandria, ma di un solo grande elefante composto da più strati.
E affrontarlo non significa divorarlo tutto in una volta: significa riconoscere le singole fette, dargli un nome, una forma… e iniziare da quella più gestibile.
Magari la fetta del “inizio a pensarci davvero”.
O quella del “vedo se ho giorni liberi nei prossimi mesi”.
Basta una.
L’importante è cominciare.
🎒 Ma se il vero ostacolo fosse… stare da soli?
Ognuno di noi ha una percezione diversa dei problemi e del loro peso.
Per alcuni, il freno più grande, quello che blocca davvero, è l’incapacità di stare da soli con sé stessi.
Può sembrare paradossale, ma viaggiare da soli permette di ritrovare sé stessi, di fare ciò che si ama, con i propri tempi.
Senza dover mediare. Senza incolpare nessuno per una scelta sbagliata.
Certo, bisogna essere pronti ad affrontarlo.
Ma sai qual è la cosa assurda?
Spesso questo timore si maschera dietro frasi che fanno più male che bene:
“Viaggiare da soli è da sfigati.”
“Lo fai perché non hai nessuno.”
“È triste, non condividi nulla.”
Mai frasi furono più sbagliate.
Partire da soli non è un atto di solitudine, ma di coraggio.
Non è un ripiego.
È un atto d’amore verso sé stessi.
E chi se ne esce con certe frasi… be’, probabilmente non ha mai avuto il coraggio di provarci davvero.
E soprattutto, non sa cosa significhi uscire dalla propria area di comfort.
Anch’io ho avuto le mie belle fette di elefante da affrontare.
Per quanto mi riguarda, lo ammetto: non ho mai avuto particolare difficoltà a stare da sola.
Eppure ci ho messo quasi vent’anni prima di decidermi a partire da sola per un viaggio di lunga durata.
La cosa assurda?
Se si trattava di andare a lavorare in un altro Stato o di fare un tirocinio, persino in Zambia, nessun problema.
Ma viaggiare da sola… non mi era mai nemmeno passato per l’anticamera del cervello.
Poi c’è stato un momento.
Un momento legato alla perdita del lavoro e al crollo di tutte le mie convinzioni.
L’unica soluzione per riprendermi, per non sprofondare nella depressione, è stata partire. Da sola.
Il mio problema più grande, però, sono sempre stati i soldi.
Perché?
Perché non vengo da una famiglia agiata.
Perché mi sono dovuta costruire tutto da sola, passo dopo passo.
Ho avuto la fortuna di andare all’università, ma ho dovuto lottare per questo.
Appena ho trovato un lavoro, ho dovuto pagare un affitto.
E considerando che non lavoravo vicino casa, l’affitto era inevitabile.
Una volta mi sono ritrovata con 20 euro sul conto, perché la mia anziana Renault 5 aveva deciso di lasciarmi in mezzo a una rotonda con la frizione rotta.
Ricordo quanto ho pianto.
Per la paura di non farcela.
La paga era quella che era.
Facevo anche 40 ore di straordinario… e ancora non bastava.
Ho dovuto cambiare azienda, trasferirmi all’estero per riuscire a risparmiare qualcosa.
Poi, di nuovo, niente entrata sicura al rientro.
Ma con gli anni, sono riuscita a mettere qualcosa da parte.
L’indipendenza economica è sempre stata il mio primo pensiero.
E alla fine, la vita ha smantellato una delle mie credenze più radicate:
l’attaccamento al denaro.
Quando il contratto non è stato rinnovato, e il mercato era fermo quanto il Colosseo, mi sono chiesta:
“Come posso trasformare questa sfiga in un’opportunità?”
E fu così che comprai una guida per l’Australia e mi organizzai il mio primo viaggio lungo in solitaria.
Tutta da sola.
Dando il via al salto ad ostacoli delle mie ansie mentali.
Quella guida dell’Australia non era solo un libro.
Era la mia via d’uscita.
Il mio coltello metaforico per iniziare a tagliare l’elefante.
E se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu. Una fetta alla volta.

⚠️ Spoiler per i dissenzienti amanti dei “MA” a tutti i costi
È ovvio: viaggiare non è la soluzione a tutti i problemi del mondo.
Ognuno reagisce in modo diverso allo sconforto.
Quel che è certo, però, è che ognuno di noi dovrebbe cercare la propria arma segreta per affrontare i momenti “no”.
E affrontarli a piccoli passi.
Quando qualcosa dentro di noi si rompe, ignorarlo non migliorerà le cose.
È necessario capire cosa ci permette di tornare a stare bene.
A volte basta mettere un piede fuori dalla porta.
Iniziare a camminare.
Lasciare che i pensieri scorrano senza giudicarli.
Ascoltarli. Accettarli.
La mia arma segreta è il viaggio.
Ma non significa che sia la bacchetta magica per tutti.
Però — e sì, c’è un però — puoi sempre prendere in considerazione una via alternativa.
Dopotutto, se finora hai fatto a modo tuo e non ha funzionato…
forse valutare altre opzioni è doveroso. E saggio.
Quindi riflettici.
Rileggi questo pezzo, se serve.
E magari, proprio oggi, puoi scegliere da quale fetta cominciare.