La conoscete la storia di Efesto?
L’altro giorno in televisione stavano raccontando la storia di un Dio greco, non stavo prestando attenzione: ho solo sentito che era brutto ed era stato confinato in fondo al mare, dove apprese l’arte di forgiare con il fuoco. Qui apro una parentesi… Ecco, vorrei dire che il suo nome mi è balenato immediatamente in testa grazie ai miei anni di studi, ma non è così. Devo la mia blanda conoscenza della mitologia greca a “Pollon combina guai”! Forse non tutti la conoscono, ma chi è cresciuto con i cartoni animati di Bim Bum Bam sa perfettamente di chi sto parlando.
Pollon era la figlia di Apollo, l’unica a non essere una Dea e che cercava in tutti i modi di diventarlo. Ogni episodio raccontava una nuova avventura che spesso svelava qualche storia sulle divinità. Ebbene, il mio cervello ha fatto subito due più due: Dio greco + Brutto + Fuoco e arti = Efesto.
Chi è Efesto?
Per chi non lo sapesse, nella mitologia greca Efesto è il Dio del fuoco, delle fucine, dell’ingegneria, della scultura, della metallurgia e delle attività artigianali, insomma due robette proprio… 😏
Esistono due versioni principali sulla sua storia, ma quella che vi racconterò è quella che mi ha fatto riflettere di più. E c’è pure un tocco di drama che non guasta mai.
Secondo una tradizione, Efesto nacque per ripicca. Dopo che Zeus fece nascere Atena da solo (dalla sua testa, così, senza preavviso), Era decise di fare altrettanto: concepì Efesto da sola, giusto per dimostrare di poter fare a meno del marito. Però, quando vide che il piccolo era brutto e zoppo, dalla vergogna lo scaraventò giù dal Monte Olimpo. Non proprio il premio “Miglior Genitore dell’Anno”!
Il poveretto finì nell’Oceano, dove venne raccolto da Teti ed Eurinome, due ninfe marine che gli salvarono la vita e lo allevarono in una grotta in fondo al mare. Fu lì, negli abissi più bui, che Efesto scoprì il suo talento: l’arte di forgiare gli oggetti con il fuoco. Insomma, mentre era esiliato e dimenticato da tutti, lui si costruiva un futuro… letteralmente.

Efesto e il potere di trasformare le ferite in forza
Spesso, quando non rientriamo nei canoni imposti dagli altri, finiamo per essere isolati o additati come “bastian contrari”. Chi si sente diverso può finire, per scelta o per necessità, in una sorta di esilio interiore. Ma è proprio nel momento di maggiore oscurità che emergono la nostra forza e le nostre qualità più autentiche.
Quando ci sentiamo rifiutati, non accettati neppure da chi dovrebbe amarci e sostenerci, è lì che il nostro istinto di sopravvivenza prende il sopravvento e ci spinge a scoprire risorse che non pensavamo di avere. Come Efesto, anche noi possiamo trasformare le ferite in forza.
Le armi di Efesto
In nove anni di “vacanza” forzata negli abissi, Efesto non solo divenne un fabbro provetto, ma creò armi e oggetti leggendari che cambiarono il destino di molti.
Qualche esempio? Ha costruito il carro del Sole per Helios, ha forgiato i sandali alati di Ermes, e ha persino creato Pandora (sì, quella del vaso che ha scatenato un bel po’ di casini nel mondo).
Insomma, il Dio reietto ha trasformato la sua emarginazione in potere creativo, mettendo il suo talento al servizio degli altri. La sua diversità, che lo aveva condannato, è diventata la sua più grande forza.

Essere diversi è una ricchezza, non un difetto
La storia di Efesto non è solo un mito antico, ha un messaggio profondamente attuale. Il sentirsi diversi o essere etichettati come tali può portare a momenti di sconforto e auto-critica feroce.
Viviamo in una società che ci insegna a conformarci: se ci dicono che siamo “strani” o “fuori dagli schemi”, ci sembra di dover correggere noi stessi per rientrare nei binari. Ma raramente qualcuno ci dice che essere diversi è un dono, non un difetto.
Non dobbiamo aver paura di brillare di luce propria, di pensare e agire in modo diverso da chi ci circonda. E soprattutto, non dobbiamo giustificarci per ciò che siamo.
Efesto ci insegna che, anche quando il mondo ci scaraventa giù, possiamo risalire e trasformare le nostre cicatrici in potere. Come il metallo nella sua fucina, possiamo diventare più forti proprio grazie alle prove che affrontiamo.
La prossima volta che ti sentirai fuori posto, ricordati di Efesto: forse stai solo forgiando qualcosa di straordinario!